giovedì 22 settembre 2022

Zucchino limone

 Varietà tondeggiante della zucchina gialla, con  la forma particolare che lo rende simile ad un limone! Ovviamente il sapore è di zucchina non di limone,i primi frutti si sviluppano dopo 55 giorni essendo una corcubita pepo per evitare ibridazioni si consiglia di piantarla lontano da altre zucchine e meglio effettuare l'impollinazione manuale come per le zucche.





POMODORO GIGANTE A FISARMONICA ARANCIONE

Questo pomodoro dalla forma particolare è una varietà a portamento indeterminato il frutto si sviluppa dopo 80 giorni dal trapianto, ha un gusto dolce e ha pochi semi.






sabato 17 settembre 2022

Lo spinacio di malabar

 Lo spinacio di Malabar appartiene alla Famiglia delle Basellaceae, è originario dell’Africa tropicale e dell’Asia, il suo nome scientifico è Basella alba.

Lo Spinacio di Malabar è una pianta perenne, nei suoi luoghi di origine, e può raggiungere i 9 metri di altezza. Essendo un rampicante ha bisogno di un graticcio o di appoggiarsi ad altre piante vicine. Le condizioni migliori di crescita per la pianta sono il caldo estivo ed anche il pieno sole, però produce foglie più grandi, succose e gustose se posta in ombra parziale nelle ore centrali della giornata. È pianta molto interessante e attrattiva per il suo aspetto insolito e per la sua rapida crescita che le consente di fornire grandi quantità di foglie e germogli in periodi molto caldi, quando tutte le altre piante dell’orto entrano in un momento di stasi produttiva.

 

Coltivazione

La propagazione  è molto semplice: o per seme o per talea di germoglio. Il seme è facilmente reperibile dalla pianta stessa, che fiorendo per tutta la stagione estiva, ne produce una grandissima quantità. Il seme raccolto nell’autunno precedente si pone in acqua per una notte, poi si procede alla semina su letto caldo a febbraio-marzo, oppure in vaso o piena terra per semine più tardive ad aprile-maggio. Quando la pianta ha raggiunto l’altezza di 5 cm, è pronta per essere trapiantata. Nei nostri climi la basella è da considerarsi come una pianta annuale poiché non è in grado di superare l’inverno se non in un ambiente che non scende al disotto dei 15°C.

Se si mette a dimora in un vaso il terreno di trapianto deve essere specifico per erbe aromatiche (granulometria grossolana e una parte di scheletro), se posta a dimora nell’orto, il terreno deve essere ben lavorato e ricco di sostanza organica e drenante.

A circa quindici giorni dal trapianto è necessario predisporre un graticcio o sostegno per permettere alla pianta di arrampicare, non è necessario legarla, basterà guidarla verso i sostegni e la pianta sarà in grado di utilizzarli in autonomia. Inoltre si dovrà iniziare la concimazione per favorire lo sviluppo (concime lenta cessione o concime liquido da orticoltura alle dosi consigliate).

In autunno la pianta presenta delle spighe ricoperte da bacche di colore viola scuro che contengono i semi da utilizzare per la propagazione. Si consiglia di far essiccare le bacche sulla pianta e di raccoglierle in un secondo momento per evitare di tingersi con il succo delle bacche.

 

Le Baselle sono di due tipi: Basella alba con stelo e foglie completamente verdi e fiori bianco rosa sfumato, e Basella rubra (o per alcuni Basella alba var. rubra) con stelo rosso e foglie che tendono a colorarsi di porpora se ben esposte al sole, fiori bianco-rosa carico.

 


Lo Spinacio di Malabar è anche molto buono in cucina. Contiene un elevato livello di vitamine A, B, C, calcio, magnesio, fosforo, manganese, zinco, ferro e rame, ed è ricco di mucillagini, ottime per la depurazione del corpo. Si tratta di una pianta con un elevato livello nutrizionale e utilizzabile come fosse uno spinacio tradizionale con il vantaggio di offrire le sue foglie durante il periodo estivo. L’uso in cucina è facile e intuitivo. Le giovani foglie crude si aggiungono alle insalate o anche a panini farciti, mentre le foglie più grandi sbianchite in acqua bollente, si usano come contorno o per ripieni di pasta. I germogli sbianchiti in acqua bollente si consumano come gli asparagi e sono ottimi abbinati alla frittata. La presenza di mucillagini nella composizione della pianta ci permette di utilizzare i germogli tagliati finemente o anche le foglie come addensanti di sughi e intingoli. Il succo rosso delle bacche ha un elevato potere colorante e nei paesi di origine della pianta è usato come inchiostro ed anche come colorante alimentare in pasticceria, il succo è aggiunto alla limonata. Per finire possiamo dire che lo Spinacio di Malabar è una pianta dai molteplici usi sia gastronomici sia estetici e sicuramente è da provare nell’orto, in giardino ed anche in terrazzo.


martedì 13 settembre 2022

Sale Marasino festa della zucca sul podio un Atlantic Giant di 703 kg

 L'attesa Festa della Zucca di Sale Marasino ha mantenuto le promesse. 



Organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione con la ProLoco e Club Maspiano.

Il primo premio è di Augusto Salvagni di Malonno che lo scorso anno aveva vinto con una zucca di 817,5 kg Quest'anno abbassa le pretese, ma i 703 kg della sua zucca gli valgono comunque il primo posto., Secondo classificato Sergio Moretti, di Cologne (595 kg), terzo  Flavio Loda, di Capriolo, (529 kg).



domenica 11 settembre 2022

I SUBSTRATI PER I BONSAI

 L’Akadama è argilla giapponese cotta intensamente, prodotta specificatamente per scopi bonsaistici e disponibile in tutti i negozi (online) di Bonsai. Ha bisogno di essere setacciata prima di essere utilizzata. Tieni presente che dopo circa 2 anni l’akadama inizia a sfaldarsi, riducendo in modo significativo l'aerazione. Ciò significa che è necessario un regolare rinvaso. L’Akadama è piuttosto costosa e quindi è a volte sostituita con argille simili che sono facilmente reperibili in qualsiasi centro giardinaggio. Anche i sassi per la lettiera dei gatti possono essere usati in sostituzione.


Sabbia lettiera per gatti

La pomice è un prodotto vulcanico morbido che può assorbire piuttosto bene acqua e nutrienti. Quando si usa in una miscela di terriccio per Bonsai, aiuta la ritenzione idrica e favorisce lo sviluppo delle radici.

Il lapillo trattiene l’acqua e migliora la struttura quando fa parte di un substrato da Bonsai. Le radici non si sviluppano nel lapillo.

Il terriccio organico universale comprende sfagno, perlite e sabbia. Ha diversi svantaggi (trattiene molta acqua e non area / drena molto bene), ma come parte di una miscela può essere usato benissimo.

La ghiaia fine è di grande importanza per creare un terreno per Bonsai ben drenante e areato Bonsai. Viene anche utilizzata come primo strato nei vasi Bonsai per migliorare ulteriormente il drenaggio.



Utilizzare la giusta composizione del terreno per i tuoi Bonsai è fondamentale. Il suolo è importante per fornire ai tuoi alberi le sostanze nutritive, ma ha anche bisogno di essere drenante, fornire aerazione sufficiente e trattenere acqua.

Sebbene la maggior parte dei negozi (online) per Bonsai venda terreni già pronti, preparandolo da solo risparmierai denaro e potrai regolare miscele secondo la specie dell’albero.

 

 


Ci sono alcune caratteristiche necessarie per una buona miscela di terriccio

Buona ritenzione idrica
Il terriccio deve poter trattenere sufficienti quantità di acqua per fornire umidità al Bonsai tra una annaffiatura e l’altra.

Buon drenaggio
L’acqua in eccesso deve uscire immediatamente dal vaso I terreni che mancano di drenaggio trattengono troppa acqua, mancano di aerazione e rischiano di accumulare i sali. Eccessiva ritenzione idrica causa anche marciume radicale, provocando la morte della pianta.

Buona aerazione
Le componenti usate in una miscela per Bonsai devono avere una dimensione sufficiente a creare piccole risacche d’aria tra i granuli. Oltre alla necessità di ossigeno delle radici, è altrettanto importante lasciare intatti i batteri buoni e la micorriza, in modo che gli elementi nutritivi vengano elaborati prima di essere assorbiti dai capillari radicali e mandati alle foglie per la fotosintesi.
 

Un terriccio granuloso, ben strutturato ed inorganico favorisce un rapido drenaggio dell’acqua e la penetrazione di aria fresca. Un terriccio organico compatto privo di struttura, è anche privo di aerazione e drenaggio e la cosa può provocare malattie a pianta e radici oltre che marciume radicale.

 




 

Elementi per la preparazione del terriccio per Bonsai
Le componenti più importanti per la miscela di terriccio Bonsai sono akadama, pomice, lapillo, compost organico da vaso e ghiaia fine.

 



Miscele di terriccio consigliate
Alberi di diverse specie richiedono differenti miscele di terriccio, noi tuttavia possiamo parlare di due miscele principali, uno per latifoglie e uno per conifere. Entrambe sono costituite da Akadama (per fornire areazione, drenaggio e ritenzione idrica media), terriccio organico (ricco di sostanze nutritive, con elevata ritenzione idrica) e sabbia (drenaggio). Nota che entrambe le miscele possono, e dovrebbero, essere adattate alle circostanze locali. Quando vivi in un clima relativamente umido, usa più sabbia/akadama.

Considerante che entrambe le miscele possono, e devono, essere adattate alla circostanze locali. Se non avete il tempo di controllare le piante due volte al giorno, aumentate l’akadama (o anche il composto organico per vasi) della miscela per aumentarne la capacità di ritenzione idrica. Se vivete in una zona dal clima umido, aumentate il lapillo (o anche la ghiaia) per migliorare la capacità drenante della vostra miscela.

 

Terriccio per decidue
50% Akadama

25% Pomice

25% Lapillo

Terriccio per conifere/pini
33% Akadama

33% Pomice

33% Lapillo

giovedì 8 settembre 2022

Insetti dannosi per l'orto : LE LOCUSTE

La locusta è  il parassita migratorio più pericoloso al mondo”.Lo sfruttamento intensivo dei terreni, i cambiamenti climatici e anni di mancati controlli delle campagne hanno creato le condizioni ideali per lo sviluppo degli insetti. 

Quest'anno in Sardegna molti raccolti sono stati devastati da sciami di questi insetti.




Altreconomia


In Sardegna le problematiche legate alla presenza delle cavallette non sono una novità. Già nell’Ottocento e nella prima metà del Novecento il fenomeno era consistente, probabilmente anche a causa dell’abbandono delle campagne dovuto alle guerre. “All’epoca, le cavallette venivano combattute con l’utilizzo dell’arsenico, che aveva un effetto devastante non solo sugli insetti ma su tutti gli animali dell’ecosistema -spiega Roberto Pantaleoni, entomologo dell’Università di Sassari e ricercatore del Iret-Cnr-. Nel 1946 fu introdotto il coleottero ‘Mylabris variabris’, che ne mangia le uova: da quel momento, le infestazioni massicce furono sempre meno. Una delle ultime si verificò nel 1987, in corrispondenza di una stagione particolarmente siccitosa”.

Il coleottero “Mylabris variabris” è ancora presente sul territorio sardo, ma oggi a favorire la riproduzione delle cavallette ci sono stati alcuni cambiamenti a livello di ecosistema. “Probabilmente hanno contribuito due ordini di fattori -spiega Pantaleoni- Il primo è legato ai cambiamenti climatici: con l’aumento delle temperature e la mancanza di piogge, le cavallette si riproducono con più facilità. E poi può aver influito il cambio d’uso del territorio: vecchi campi sono stati abbandonati, mentre in altre aree il sovrapascolo comporta un compattamento del terreno che lo rende molto adatto alla deposizione delle uova. Per anni abbiamo assistito a un mancato controllo delle campagne: un tempo esisteva il Crai, il Centro regionale antimalatico e antinsetti, che faceva un controllo sistematico dei luoghi dove le cavallette deponevano le uova, ma è stato smantellato trent’anni fa. Oggi la crescita degli insetti non viene più tenuta sotto osservazione”.

Che cosa si può fare allora? Questa primavera la Regione Sardegna ha fatto oltre 600 interventi di disinfestazione spruzzando un insetticida, la deltametrina, ma Coldiretti sostiene che l’azione abbia interessato solo 300 ettari, pari all’1% dell’intera superficie interessata dal problema. “Negli anni passati la Regione ha già speso 3,5 milioni di euro per attivare una task force e per i ristori, con zero risultati -spiega Alessandro Serra, direttore della Coldiretti Nuoro-Ogliastra-. Mancano una programmazione a lungo termine, una conoscenza del territorio e una mappatura delle grillare, che andrebbero identificate e rimosse. Il metodo più semplice e risolutivo è l’aratura, perché spruzzare la deltametrina su una vasta area è dannoso. Certo, arare costa, ma quanti soldi sono già stati spesi inutilmente? Contemporaneamente occorre stanziare subito i ristori e snellire le pratiche, garantendo l’immediato pagamento ai coltivatori. Se non si riuscirà a trovare rapidamente una soluzione efficace e sostenibile, sia da un punto di vista ambientale che sociale, la situazione peggiorerà ancora e nel 2023 ci troveremo di nuovo nell’emergenza”.