giovedì 8 settembre 2022

Insetti dannosi per l'orto : LE LOCUSTE

La locusta è  il parassita migratorio più pericoloso al mondo”.Lo sfruttamento intensivo dei terreni, i cambiamenti climatici e anni di mancati controlli delle campagne hanno creato le condizioni ideali per lo sviluppo degli insetti. 

Quest'anno in Sardegna molti raccolti sono stati devastati da sciami di questi insetti.




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In Sardegna le problematiche legate alla presenza delle cavallette non sono una novità. Già nell’Ottocento e nella prima metà del Novecento il fenomeno era consistente, probabilmente anche a causa dell’abbandono delle campagne dovuto alle guerre. “All’epoca, le cavallette venivano combattute con l’utilizzo dell’arsenico, che aveva un effetto devastante non solo sugli insetti ma su tutti gli animali dell’ecosistema -spiega Roberto Pantaleoni, entomologo dell’Università di Sassari e ricercatore del Iret-Cnr-. Nel 1946 fu introdotto il coleottero ‘Mylabris variabris’, che ne mangia le uova: da quel momento, le infestazioni massicce furono sempre meno. Una delle ultime si verificò nel 1987, in corrispondenza di una stagione particolarmente siccitosa”.

Il coleottero “Mylabris variabris” è ancora presente sul territorio sardo, ma oggi a favorire la riproduzione delle cavallette ci sono stati alcuni cambiamenti a livello di ecosistema. “Probabilmente hanno contribuito due ordini di fattori -spiega Pantaleoni- Il primo è legato ai cambiamenti climatici: con l’aumento delle temperature e la mancanza di piogge, le cavallette si riproducono con più facilità. E poi può aver influito il cambio d’uso del territorio: vecchi campi sono stati abbandonati, mentre in altre aree il sovrapascolo comporta un compattamento del terreno che lo rende molto adatto alla deposizione delle uova. Per anni abbiamo assistito a un mancato controllo delle campagne: un tempo esisteva il Crai, il Centro regionale antimalatico e antinsetti, che faceva un controllo sistematico dei luoghi dove le cavallette deponevano le uova, ma è stato smantellato trent’anni fa. Oggi la crescita degli insetti non viene più tenuta sotto osservazione”.

Che cosa si può fare allora? Questa primavera la Regione Sardegna ha fatto oltre 600 interventi di disinfestazione spruzzando un insetticida, la deltametrina, ma Coldiretti sostiene che l’azione abbia interessato solo 300 ettari, pari all’1% dell’intera superficie interessata dal problema. “Negli anni passati la Regione ha già speso 3,5 milioni di euro per attivare una task force e per i ristori, con zero risultati -spiega Alessandro Serra, direttore della Coldiretti Nuoro-Ogliastra-. Mancano una programmazione a lungo termine, una conoscenza del territorio e una mappatura delle grillare, che andrebbero identificate e rimosse. Il metodo più semplice e risolutivo è l’aratura, perché spruzzare la deltametrina su una vasta area è dannoso. Certo, arare costa, ma quanti soldi sono già stati spesi inutilmente? Contemporaneamente occorre stanziare subito i ristori e snellire le pratiche, garantendo l’immediato pagamento ai coltivatori. Se non si riuscirà a trovare rapidamente una soluzione efficace e sostenibile, sia da un punto di vista ambientale che sociale, la situazione peggiorerà ancora e nel 2023 ci troveremo di nuovo nell’emergenza”.


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