Il ciliegio di Nachino, dello stesso genere del comune ciliegio, questa particolare specie di prunus è sinora conosciuta solo da botanici e appassionati. Grande arbusto, o piccolo albero, a foglia caduca, il ciliegio di Nanchino cresce spontaneo al pari del nostro omonimo selvatico (prunus avium) nelle vallate dal Giappone alla Cina e fino alle pendici dell’Himalaya. Di grande effetto ornamentale, se non educato diversamente e posto isolato, tende a crescere con più tronchi raggiungendo un’altezza di 3/5 metri e altrettanti di diametro; se allevato con un tronco solo, ovvero se nato in competizione con altre essenze, è facile trovare esemplari alti anche dieci metri. Le belle foglie verdi chiare, ellittiche con margine fittamente seghettato e nervature molto marcate conferiscono alla pianta un piacevole aspetto messo ancor più in risalto quando compaiono i piccoli frutti rossi. Essenza molto rustica, sopporta temperature invernali molto basse, sopravvive anche oltre i -20°C, ama il sole senza il quale, oltre a non fiorire, produrrebbe una vegetazione debole e povera; è molto resistente alla siccità. Diventando adulto, la sottile corteccia del tronco diventa di un caratteristico colore bruno-rossastro lucido che, con il passare degli anni, tende a squamarsi, rendendo la pianta piacevole anche nella stagione morta. Altra caratteristica molto importante è la sua resistenza ai forti venti: nelle zone di origine il Prunus Tomentosa è frequentemente usato per formare barriere frangivento.
TERRENO
Predilige terreni tendenzialmente acidi, soffici e ben drenati, ma vegeta bene in quelli calcari e argillosi. Nei terreni marcatamente calcarei, con ph particolarmente alto, la pianta tende ad andare in sofferenza per clorosi ferrica, manifestandola con la classica colorazione gialla delle foglie.
FIORI E FRUTTI
A inizio primavera, prima della comparsa delle foglie, il Ciliegio di Nanchino si riempie di numerosissimi boccioli rosa che, aprendosi, cambiano colore diventando bellissimi fiori con cinque petali quasi bianchi distanziati tra loro e al centro numerosi pistilli che fanno diventare la pianta un’incantevole macchia colorata. Dai fiori compaiono altrettanti frutti, leggermente più piccoli delle comuni ciliegie, dal picciolo molto corto, che a inizio estate quando maturano, colorano di rosso vivo tutti i rami. I fiori sono ermafroditi, hanno quindi sia gli organi maschili e femminili, anche se, per una maggiore produzione di frutti, è consigliabile piantare almeno due esemplari vicini per favorire l’impollinazione incrociata. I fiori sono molto melliferi e, dal loro polline, le api producono un miele molto delicato. Se ben impollinata, una pianta di pochi anni è già in grado di produrre moltissimi frutti. Le piante educate ad alto fusto, all’epoca della maturazione dei frutti, attraggono moltissimi uccelli.
UTILIZZO E CONTENUTI SALUTISTICI
Dal piacevole sapore dolce-acidulo, i numerosi frutti, mangiati appena colti, sono molto dissetanti, ma il loro maggiore utilizzo riguarda la trasformazione in marmellate e succhi. I frutti ben maturi sono ideali per alleviare problemi bronchiali e la tosse, hanno potere astringente e antibiotico, sono inoltre utili per curare la gotta. Come tutti i semi dei frutti delle piante appartenenti alla famiglia delle rosacee, alla quale appartiene anche il genere prunus, anche il seme del Ciliegio di Nanchino, contiene una sostanza, l’amigdalina, capace di liberare acido cianidrico (cianuro) che è un potente veleno. Per fortuna la quantità presente è talmente modesta che per avere effetto si dovrebbe mangiare una quantità enorme di semi. Va detto, però, che le infinitesimali dosi presenti non solo non sono nocive, ma stimolano la respirazione e migliorano la digestione. Si ricorda che anche il seme della comune albicocca (nome botanico: prunus armeniaca) contiene la stessa sostanza, ed è presente anche nella mandorla amara la quale, però, è utilizzata per fare il tipico biscotto Amaretto. Più il seme è amaro, maggiore è la presenza del veleno, comunque, ripetiamo, per avere effetti se ne dovrebbe mangiare una quantità enorme.
POTATURA E CURE COLTURALI
Sono solo necessarie potature estetiche e di contenimento, va ricordato che le gemme da fiore compaiono sui rami dell’anno precedente, per cui i polloni sorti da tagli radicali, fruttificheranno l’anno successivo. Pianta molto resistente alla siccità, le innaffiature sono necessarie solo per l’attecchimento, quindi solo in caso di estrema siccità. Anche le concimazioni sono consigliate solo al momento dell’impianto con un apporto di sostanza organica molto matura, in seguito il Ciliegio di Nanchino, anche in terreni poveri, riuscirà a trovare da solo le sostanze necessarie. Come tutti i ciliegi, può essere attaccato dagli afidi, specialmente in primavera, e dalla mosca delle ciliegie, che depone l’uovo nel frutto dal quale nasce poi il classico “cagnotto”. Altro patogeno di origine fungina, molto comune ma che raramente è pregiudizievole per la salute della pianta, è il corineo, che si manifesta sulle foglie con piccole macchie rossastre che poi seccano e lasciano il classico buco e sui rami provocando piccole lesioni dalle quali esce una sostanza gommosa che, a contatto con l’ossigeno, indurisce.
Il ciliegio di nanchino può essere coltivato come bonsai
DESCRIZIONE
Il Ciliegio è un albero veramente affascinante, sia per la ricca fioritura, che può essere bianca o rosa, sia per la gran quantità di frutti rossi che sviluppano in estate. La sua splendida fioritura simboleggia le qualità del samurai: purezza, lealtà e coraggio.
Le varietà presenti in natura sono moltissime, ma per la coltivazione a bonsai vengono utilizzate solo quelle a frutto piccolo come il Prunus mahaleb, il Prunus cerasifera e il Prunus sakura (quest’ultimo è un nome generico che viene utilizzato per definire le diverse specie provenienti dal Giappone).
La coltivazione di questo bonsai è relativamente facile, paragonabile ad altre piante da frutto come il Melo e l’Albicocco.
ESPOSIZIONE
In primavera, dopo la fioritura, quando iniziano a spuntare le nuove foglioline, il Ciliegio va collocato in pieno sole, questo permette di ottenere foglie piccole e dal colore acceso.
In estate, questa essenza non ama il caldo, perciò, bisogna ripararla dai raggi solari sistemandola in un luogo ombreggiato e ventilato.
In autunno, quando la temperatura diventa più dolce, si può rimettere il bonsai al sole.
In inverno, questo albero non ha particolari problemi col freddo; quindi, nelle regioni del centro-sud, si può tenere all’aperto, in pieno sole; nelle regioni del nord è conveniente collocarlo in un luogo riparato, ma sempre all'esterno, per preservare le radici dal gelo. In ogni caso, a fine inverno è consigliabile tenerlo al sole, dove sarà valorizzata la sua splendida fioritura
ANNAFFIATURA
Il bonsai di Ciliegio non sopporta l'eccessiva umidità, quindi, prima di annaffiarlo occorre accertarsi che il terreno sia veramente asciutto. L’irrigazione va effettuata con un annaffiatoio a fori sottili, bagnando il terreno due volte, a distanza di qualche minuto, in modo da essere certi che l’acqua venga ben assorbita. Da ricordare che, una irrigazione eccessiva durante la fioritura può causare la caduta prematura dei fiori.
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POTATURA
Dal mese di dicembre, quando sono cadute tutte le foglie, si può effettuare la potatura di formazione, utilizzando la tronchese concava; in questo periodo, l’assenza dell’apparato fogliare permette di osservare bene la struttura del bonsai, consentendo una scelta accurata dei rami da eliminare. Naturalmente, una drastica potatura invernale causa anche l’eliminazione di tante gemme fiorifere, quindi, se si vuol godere di tutto lo splendore della fioritura, si può potare in febbraio-marzo, dopo la caduta dei fiori. In ogni caso, ricordarsi di medicare i tagli con il mastice, o con la pasta cicatrizzante.
PINZATURA
Per ottenere una chioma uniforme e ordinata, in giugno e in agosto si effettua l’accorciamento dei germogli che si sono allungati oltre la sagoma originale, l'operazione si effettua con la forbice lunga, tagliandoli dopo la terza-quarta foglia. Fare attenzione ai "succhioni" che germogliano alla base del tronco; questi virgulti, se non vengono eliminati subito, crescono molto velocemente, sottraendo il nutrimento al bonsai e diventando più grossi dei rami principali.
DEFOGLIAZIONE
Su questa essenza non si esegue una vera defogliazione, però, avendo un apparato fogliare molto delicato, in estate ci si può trovar di fronte ad un bonsai dall’aspetto particolarmente "vissuto" con foglie rovinate dal sole o dalla "ruggine", quindi, in luglio-agosto, con il defogliatore, si possono eliminare le foglie più compromesse, stimolando il bonsai ad emettere nuove foglioline.
RINVASO
Come per la potatura, il rinvaso può essere effettuato dal momento che sono cadute tutte le foglie (dicembre).Una volta stabilito che è necessario rinvasare, avendo riscontrato che il pane di terra è completamente ricoperto dalle radici, con l'aiuto del rastrellino, lo si riduce di 1/3 lasciandolo integro per i restanti 2/3. Utilizzando la forbice per radici, si eliminano decisamente le radici grosse, mentre le radichette capillari vanno salvate, accorciandole, ma non eliminandole completamente.
Il terriccio deve avere un buon drenaggio e deve essere ricco di sostanza organica (tipo terriccio pronto).
Il vaso, come per tutti i bonsai da frutto, deve essere profondo e abbondante.
Ricordarsi di rinvasare solo piante in buona salute e, se l’inverno è particolarmente rigido, tenere al riparo dal gelo i bonsai appena rinvasati.
CONCIMAZIONE
Per ottenere una buona produzione di frutti, che peraltro non cadano prematuramente, il Ciliegio deve essere alimentato abbondantemente, dalla fine della fioritura all’estate, utilizzando fertilizzanti a lenta cessione (tipo Biogold o Aburukasu)
In autunno, conviene somministrare un concime con un’alta percentuale di fosforo e di potassio (es. Polvere Solubile NPK 14-20-26) per irrobustire i tessuti vegetali e preparare le gemme "fiore" per l’anno successivo.
APPLICAZIONE FILO
L’avvolgimento con il filo di alluminio ramato si effettua nella buona stagione, annaffiando il bonsai prima di "lavorarlo"; questo permette di piegare meglio i rami, senza timore di romperli.
DIFESA DAI PARASSITI
Il Ciliegio è un bonsai particolarmente "amato" dai parassiti, sia animali, sia vegetali. I più assidui frequentatori delle sue foglie sono: Afidi e Cocciniglia. Per difendere il bonsai da questi sgraditi ospiti, è opportuno eseguire, per tutta la bella stagione, a cadenza quindicinale, dei trattamenti preventivi, con un insetticida polivalente.
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