domenica 12 febbraio 2023

Larix decidua (Larice europeo, Larice comune)

La pianta di Larix decidua (Larice europeo, Larice comune) è una conifera decidua di forma conica, espansa a maturità, con corteccia scagliosa, foglie aghiformi verde pallido, a spirale, lunghe fino a 3,5 cm, portate da getti glabri. In autunno le foglie diventano di colore giallo, poi perde totalmente le foglie in inverno. Fiori piccoli e coni femminili da cilindrici a conici, lunghi fino a 3,5 cm, che hanno 40-50 scaglie e brattee sporgenti. Può raggiungere l’altezza di circa 30 metri. Ottima resistenza al freddo, coltivato come esemplare isolato o in giardini naturali. In primavera la pianta mette su foglie verdi, aghiformi e resistenti, mentre in autunno tutto il fogliame diviene di colore giallo e cade al suolo. In Italia è molto comune in tutte le Alpi, dove si spinge anche a quote molto elevate (oltre i 2.500 metri). Dove il bosco lascia il posto alle praterie alpine si incontrano vecchi individui isolati, deformati dal vento e dalla neve. Il larice può vivere migliaia di anni.



Morfologia

Il larice comune è una conifera a portamento eretto con accrescimento rapido in gioventù, raggiunge 25–45 m di altezza e fino a 1 m di diametro (in casi eccezionali fino a 55 m di altezza e 2 di diametro). Il portamento può comunque differenziarsi in base all’altitudine, essendo questa una specie caratterizzata da un certo polimorfismo: la chioma, infatti, può assumere una forma più espansa alle quote alpine più basse, mentre tende a divenire più stretta a quote maggiori (per contenere i danni provocati dalla neve). Ha Fusto monopodiale, massiccio nelle piante vecchie. La base può presentare un andamento ricurvo, dovuto alla spinta della neve che spinge verso valle. I rami di primo ordine sono grossi e lunghi, ricurvi verso il basso e ascendenti all’estremità, quelli di secondo ordine sono invece lunghi, sottili e penduli. Nelle giovani piante la chioma è piramidale, la corteccia è liscia e grigia ed i rametti sono sottili, affusolati e flessibili, di color rosa-marrone o giallastri. Negli adulti la chioma è allargata. La corteccia di questo larice è profondamente fessurata e si rompe in larghe scaglie che lasciano vedere il colore rossastro della corteccia (che ha spessore di 10 cm) più interna, con l’età diviene bruno-grigiastra e si divide in placche rotondeggianti o quasi rettangolari (di circa 1–2 cm). I germogli sono ovali, di dimensione 3×2 cm e non resinosi. Hanno una stretta forma schiacciata e sono smussati o leggermente a punta. Sono molto flessibili e morbidi. Nei rami grossi sono disposti a spirale e sono appuntiti. Gli aghi sono disposti a spirale singolarmente lungo i macroblasti, mentre sono in ciuffetti composti da 20 a 40 aghi sui brachiblasti. Sono solitamente annuali, anche se si sono registrati casi eccezionali di aghi che avrebbero svernato per ben quattro anni. Hanno lunghezza compresa tra 10 e 30 mm di lunghezza e meno di 1 mm di spessore. Negli aghi di larice comune, gli stomi non sono infossati e sono protetti da uno strato di cera, come in altre conifere. Per evitare danni invernali il larice comune perde le foglie in autunno, come gli alberi decidui. Le foglie cadute danno al ramo nudo un aspetto ruvido. Grazie alla caratteristica di perdere gli aghi il larice comune è una delle poche conifere capace di sopportare eventi di disturbo anche pesanti, come siccità estreme, inverni anticipati, stress idrici, e riprendere a vegetare non appena il disturbo scompare (chiaramente, il tempo di persistenza del disturbo non deve durare troppo a lungo). Resiste anche a interventi di potatura errati o danni da neve e vento, grazie ad un’altra caratteristica che poche altre conifere hanno, ossia quella di avere delle gemme dormienti al di sotto della corteccia, così da poter ricacciare rami dal fusto (ma mai polloni). Questa capacità è particolarmente presente negli esemplari che crescono in zone difficili. Il loro valore estetico è associato sia a piantagioni ornamentali sia per la produzione del legname. Ciò che più colpisce nella visione del larice comune è la diversa e spettacolare gamma di colori stagionale: all’inizio della primavera, infatti, spuntano svariati ciuffi dal colore verde smeraldo che, più tardi, in estate si trasformerà in verde più scuro. I rametti giovani hanno un tipico color ocra.


Il larice comune è giovane fino ai 15-20 anni, e comincia a fruttificare solo raggiunti i 30-40 anni. In ambienti difficili possono volerci anche 70 anni prima di avere la prima fruttificazione. Il larice è una pianta diclino-monoica, cioè sono presenti sullo stesso individuo fiori maschili e fiori femminili ma non fiori ermafroditi.


La chioma è rada e leggera, conica quando è giovane, piramidale con l’invecchiare della pianta; i rami principali sono sciabolati con le estremità spesso pendule. La corteccia è grigio bruna e sottile nelle piante giovani; diviene molto spessa nelle piante vecchie e con grosse placche, esternamente di color grigio cenere, separate da fessure longitudinali bruno rossastre. Le foglie sono aghiformi e sottili, lunghe 2–4 cm, molli e non pungenti, distribuite a spirale tutt’attorno al ramo sui macroblasti. Sono riunite invece a fascetti di 20-30 su rametti corti (brachiblasti) e singole sui rami lunghi; d’autunno assumono una colorazione gialla prima della caduta dai rami, cosa che distingue il larice comune dalle altre conifere. Il Larice è infatti l’unica conifera decidua spontanea in Italia, mentre in Europa esiste anche un altro larice, in Russia, il Larice siberiano. Il legno del larice, ottimo e ricercato, presenta molti canali resiniferi ed è discolore: l’alburno è chiaro giallastro mentre il durame è rosso intenso. La resina, detta trementina di Venezia, viene usata nell’industria delle vernici. La corteccia è impiegata per l’estrazíone del tannino e per lavori di intaglio.


Il sistema radicale tipico del larice è il sistema “root cuore”. Questa conifera ha radici molto forti che penetrano in profondità fino aree scheletriche del terreno (ghiaia e pietre). Se il terreno ha struttura profonda le radici arrivano sino a 2 m di profondità. Le lesioni al tronco e ai rami del larice comune vengono rapidamente coperte ed isolate dalla resina. Il larice può vivere anche su suoli su calcarei e contenenti quarzo e silicati. Le sue radici sono adatte ai terreni montani, acidi e sassosi. Il larice comune è presente sino ai margini del bosco, e negli alti pascoli alpini sono presenti esemplari, solitamente secolari, grossi e distorti.


In natura esistono due sottospecie di larice comune:


Larix decidua subsp. decidua – Larice comune Europeo o Larice Alpino. Presente nella maggior parte dell’areale. Strobili 2.5–6 cm; germogli gialli.

Larix decidua subsp. polonica – Larice comune Polacco. Forma endemica di una ristretta area del massiccio dei Beschidi, nel Sud della Polonia. Strobili 2–3 cm; germogli molto chiari, di color giallo-bianco.

Il larice può essere coltivato come bonsai

I bonsai di larice sono estremamente resistenti in inverno. Una volta messi a dimora nel vaso bonsai, sono davvero poco impegnativi. Tuttavia, per il rinvaso deve essere rispettato assolutamente il momento adatto. Esso coincide con l’inizio della primavera.

Concimazione

A causa della loro crescita rapida, i bonsai di larice (specialmente nella fase di impostazione) hanno bisogno di una quantità piuttosto alta di nutrienti. I concimi organici per bonsai (ad esempio Biogold e Hanagokoro) vanno somministrati ogni 4 settimane durante la stagione vegetativa (da primavera a inizio settembre). Meglio se in abbondanza. Su una superficie di substrato di 5x5 cm ogni 4 settimane, spingete un granulo (ad esempio Biogold) nel terriccio.

Anche i concimi liquidi per bonsai sono adatti, ma sono usati con meno frequenza. Dato il loro basso contenuto di azoto, il dosaggio specificato sulla confezione può essere raddoppiato durante il periodo vegetativo.

Annaffiatura

Il terriccio per bonsai deve essere mantenuto costantemente umido (evitando i ristagni). Poiché il larice giapponese può (e dovrebbe) essere esposto al sole, nel periodo estivo potrebbe essere necessario annaffiare anche due volte al giorno. In inverno, il bisogno di annaffiature è notevolmente ridotto. Tuttavia, anche in questo periodo dell’anno, bisogna evitare che la pianta si disidrati.

Esposizione

I larici sono piante che amano il sole. Concedete al vostro bonsai di larice un luogo soleggiato, anche in piena estate.

Svernamento

Gli esemplari sani sono totalmente resistenti alle nostre latitudini. È meglio posizionarli all'aperto durante la stagione fredda. Lo svernamento a temperature superiori a 0°C non presenta vantaggi.

Rinvaso

I larici giapponesi presentano una crescita intensa delle radici. Pertanto, a seconda dell'età, vengono rinvasati ogni anno (piante giovani di 1-3 anni) fino ad arrivare a un intervallo di 5 anni (esemplari definiti, più vecchi). Il terriccio Akadama è il più adatto a tale scopo. Abbiamo avuto un'ottima esperienza con i substrati composti da scisto espanso. Essi mantengono la propria struttura per molto tempo, lasciando passare molta aria tra le radici. Nella fase di formazione, usiamo miscele contenenti quasi il 100% di scisto espanso.

Vengono rinvasati a inizio marzo, proprio nel periodo in cui le gemme iniziano schiudersi. A questo punto, i bonsai di larice giapponese sopportarno molto bene una nuova radicazione. Dopo circa un mese, il pericolo che i bonsai di larice subiscano danni aumenta in modo significativo.

Malattie, Parassiti

I bonsai di larice non vengono quasi mai attaccati dai parassiti. Non abbiamo mai notato nulla del genere nel larice giapponese. Inoltre, non sviluppa nessuna malattia fungina.








Nessun commento:

Posta un commento