martedì 31 gennaio 2023

Cercis canadensis “Royal White”

 La pianta di Cercis canadensis “Royal White” è un albero deciduo dal portamento espanso, originario dell’America settentrionale, può raggiungere l’altezza di 8 metri circa. Sviluppa foglie cordate, appuntite all’apice, lunghe fino a 10 cm, di colore bronzo da giovani, virano al giallo in autunno. Genera mazzetti di 2-8 fiori bianco puro, lunghi fino a 1 cm, che sbocciano in primavera e sono portati da steli nudi prima dell’emissione delle foglie. Albero da coltivare come esemplare isolato o in filari.





Il cercis canadensis può essere coltivato come bonsai




sabato 28 gennaio 2023

Gleditsia triacanthos ( spinacristi)

 La pianta di Gleditsia triacanthos è un albero deciduo espanso, dal tronco e dai rami spinosi, con spine lunghe 8-15 cm, foglie verde scuro lucido, lunghe fino a 25 cm, virano al giallo in autunno. Produce racemi di piccoli fiori bianco-verdastri, seguiti da baccelli penduli e contorti, lunghi fino a 45 cm. Può raggiungere l’altezza di circa 30 metri. Coltivato per l’elegante portamento, è utilizzato come individuo isolato in larghi spazi.

Il genere è dedicato al botanico tedesco Johann Gottlieb Gleditsch (1714-1786).

L'epiteto specifico (triacanthos) vuol dire "a tre spine" e si riferisce alla tipica ramificazione delle spine.

Il nome inglese honey locust si riferisce ai baccelli: locust tree indica genericamente un albero con baccelli, e honey si riferisce alla dolcezza della polpa dei baccelli immaturi.

Spino di Giuda o spinacristi fa riferimento alla corona di spine, usata durante la Passione di Gesù, secondo il racconto dei Vangeli.


Gleditsia triacanthos è un albero eliofilo alto dai 15 ai 30 metri (ma può arrivare a 40 m), con chioma ampia e vaporosa, fusto molto ramificato e rami spinosi, disordinati e tortuosi.

La corteccia è grigio-brunastra con numerose spine composte da tre punte di diversa lunghezza e direzione (la mediana è la più lunga: 3–6 cm).

Le foglie sono pennato-composte (costituite da 15-30 foglioline ovali) a fillotassi alterna.

La specie è dioica, i fiori bianco-verdastri sono riuniti in infiorescenze, compaiono in tarda primavera e sono melliferi.

Fruttifica in estate, producendo lunghi legumi (15–20 cm) inizialmente verdi con polpa pastosa e dolce, e, successivamente alla maturazione, diventano semilegnosi e rosso-brunastri, con all'interno numerosi semi scuri. I baccelli sono commestibili e anche i semi all'interno sono eduli (a differenza dei baccelli tossici della Robinia pseudoacacia). i frutti, portati dalle piante femminili, raggiungono i 20–40 cm di lunghezza e contengono 10 semi. I semi vengono dispersi dagli erbivori (in particolare bovini e cavalli) che consumano i baccelli e rilasciano i semi intatti nei loro escrementi.

Pianta a crescita rapida e relativamente longeva, (100-150 anni), si adatta a molti ambienti e tollera il freddo e la siccità.

Originaria della parte orientale del Nord America è diffusa in gran parte del bacino del Mississippi, dal Texas e dalla Louisiana a sud, fino all'Iowa, all'Indiana e all'Ohio a nord. A ovest, la sua area di estensione si ferma in Kansas e Nebraska, mentre a est si ferma ai piedi degli Appalachi.


Fu introdotta in Europa nel secolo XVIII e in Italia nel 1712, a scopo ornamentale e per il consolidamento dei terreni. È stato introdotto anche in Italia come albero ornamentale in parchi e giardini.


In Italia è una neofita naturalizzata in pressoché tutte le regioni, è invasiva in Trentino e assente in Basilicata.


Apprezza i suoli alluvionali ricchi e umidi anche se supporta terreni calcarei più asciutti.

Resiste al vento e alla salsedine, è quindi piantato lungo le strade in località marittime e in città. Grazie al rapido ritmo di crescita e alla sua tolleranza a cattive condizioni ambientali, viene utilmente impiegato per piantumare aree verdi appena costituite (edilizia nuova, discariche, miniere abbandonate). Resistente all'inquinamento atmosferico, vive in qualsiasi terreno ben drenato ed a pieno sole; è adatto per grandi giardini; evitare posizioni fredde, soggette a forti gelate. Ne esiste anche una cultivar senza spine.

Il legno è molto denso e resistente: nel passato veniva usato per costruire carri e per le traversine ferroviarie. Trova ancora un certo impiego nella costruzione di mobili artigianali. È inoltre ottimo come combustibile. La pianta con le sue molte spine può essere usata per creare siepi impenetrabili e difensive.

Il baccello è commestibile: può essere usato come foraggio per i bovini. Nel passato è stato usato come alimento dagli Indiani d'America e per produrre birra attraverso la fermentazione. Anche il seme interno è commestibile e si può usare in cucina quando maturo; il baccello intero, quando ancora verde, può essere cucinato perché commestibile.

La pianta contiene un alcaloide chiamato triacantina. L'interesse medico di questa sostanza è stato studiato negli anni 1960-70 senza condurre tuttavia ad un suo uso terapeutico. Nel 2019, un nuovo studio mostra un effetto, sia in vitro sia nei topi, contro il carcinoma della vescica.

La pianta contiene anche polifenoli, triterpeni, steroli e saponine.



L' albero di Gleditsia triacanthos può essere coltivato come bonsai


venerdì 27 gennaio 2023

LA ROSA ALOHA

 La Rosa Aloha è una rosa rampicante che produce grappoli di fiori ricchi di petali molto profumati, di colore albicocca, con sfumature rosa e rosse. Portamento eretto e generosa fioritura, su fogliame verde medio. Ottima resistenza ad oidio e ticchiolatura. Rosa rifiorente, fiorisce da Maggio – Giugno fino alle gelate. Le rose Rampicanti necessitano di un supporto per essere guidate, sono ideali da crescere allargate su pareti e spalliere, coprire strutture come gazebo, bersot, archi, pergolati, da far correre su ringhiere, reti di separazioni o adagiate su scarpate e muretti.




mercoledì 25 gennaio 2023

Annona atemoya “Red Hybrid”

 La pianta di Annona atemoya “Red Hybrid” è un piccolo albero tropicale ibrido tra Annona cherimola e Annona squamosa, che proviene dall’Asia. Genera frutti dalla buccia grigio-rosa, tendente al verde-blu, dalla forma ovale e affusolata verso l’apice, con lobuli triangolari sulla superficie, il peso può variare tra i 200 e i 500 gr. Polpa bianca-rosata, con pochi semi, il sapore è una combinazione tra vaniglia, ananas e mirtilli rossi ed il gusto è leggermente acidulo. I frutti maturano velocemente all’inizio dell’autunno e dopo la raccolta devono essere consumati entro pochi giorni. La pianta può raggiungere l’altezza di circa 7 metri.

Il frutto è molto dolce e contiene innumerevoli proprietà nutrizionali come sali minerali, vitamine e antiossidanti. L'annona si raccoglie da settembre a dicembre quando si trova nel pieno della sua maturazione e deve essere consumato entro una settimana data l'alta deperibilità del frutto.


Chiamata anche cirimoia o cherimoya, l'annona è uno dei frutti tropicali conosciuti anche in Cile, in America Latina, in Florida e nell'Africa Meridionale. In Italia, l'annona si coltiva a Reggio Calabria e in alcune zone della Sicilia.




martedì 24 gennaio 2023

Pseudocydonia sinensis

 La pianta di Pseudocydonia sinensis è un arbusto o alberello deciduo, chiamato anche “falso cotogno cinese”, possiede una chioma arrotondata con corteccia decorativa a maturità: la pianta si desquama mostrando chiazze grigie, arancio, gialle e verdi. Fogliame finemente seghettato, vira al rosso-arancio in autunno. Fiori profumati, di colore rosa pallido, che sbocciano in primavera e seguiti da frutti gialli, di forma ovoidale, dal profumo molto intenso. Pianta rustica coltivata a scopo decorativo, si adatta a giardini di piccole dimensioni.

La Pseudocydonia Sinensis, meglio conosciuto come Cotogno Cinese, è un albero originario dell’Asia orientale, per l’esattezza della Cina e della Corea. Durante la stagione primaverile la pianta si ricopre di piccoli fiori rosa intensamente profumati, seguiti verso la fine dell’estate da grossi frutti ovoidali dalla colorazione giallastra anch’essi caratterizzati da un intenso profumo.

Il Cotogno Cinese è caratterizzato da un intenso aroma dolce e da una dura consistenza. Viene utilizzato principalmente per la preparazione di marmellate, liquori, bevande oppure candito. Presenta inoltre un elevato contenuto di acidi organici e gli vengono attribuite proprietà antiossidanti, antivirali e anti tosse.

La Pseudocydonia Sinensis è un albero originario dell’Asia orientale, per l’esattezza della Cina e della Corea. È caratterizzato da una crescita medio-lenta e può raggiungere gli 8-10 m di altezza. Si presenta con verdi foglie dal margine finemente seghettato che durante la stagione autunnale assumono una colorazione rosso-aranciato e da una corteccia molto decorativa che, raggiunta la maturità della pianta, si desquama mostrando chiazze grigie, arancio e gialle. Durante la stagione primaverile la pianta si ricopre di piccoli fiori rosa intensamente profumati, seguiti verso la fine dell’estate da grossi frutti ovoidali dalla colorazione giallastra anch’essi caratterizzati da un intenso profumo. Questi ultimi talvolta possono rimanere attaccati alla pianta anche dopo la caduta delle foglie conferendo all’arbusto un pregevole effetto ornamentale.

Il Cotogno Cinese, dal momento che non è una pianta molto esigente, riesce a crescere e fruttificare su un gran numero di substrati. Nella fase di messa a dimora sono da preferire suoli umidi ma ben drenati. Per quanto riguarda l’esposizione è importante selezionare posizioni assolate per favorirne un’abbondante fioritura e fruttificazione e per ottenere una colorazione più accesa del fogliame durante la stagione autunnale. L’apporto idrico dovrà essere regolare in primavera ed estate fino a che la pianta non sara’ affrancata, successivamente sarà necessario intervenire con annaffiature di soccorso solo in caso di forte siccità. La Pseudocydonia Sinensis presenta inoltre un elevata resistenza ai forti freddi invernali. In merito a cure e potature non richiede specifici interventi, è infatti una pianta di forte adattabilità e di facile coltivazione, essendo però sensibile al colpo di fuoco batterico è consigliabile la coltivazione lontana da colture suscettibili a questa infezione.

Il Cotogno Cinese si presenta come un frutto di notevoli dimensioni, anche 12-17 cm, ed è caratterizzato da un intenso aroma dolce e da una dura consistenza. Viene utilizzato principalmente per la preparazione di marmellate, liquori, bevande oppure candito.

La Pseudocydonia sinensis coltivata come bonsai

In arte bonsai, la Cydonia è molto apprezzata per la bellezza dei suoi frutti e per la forte dinamicità del suo tronco. Inoltre, essendo un albero vigoroso e robusto, risulta piuttosto semplice da formare. Gli stili a cui meglio si adatta sono: eretto, inclinato, prostrato, a cascata, a 2 tronchi, a ceppo comune, a tronco multiplo, a zattera e a gruppo.

Durante la stagione vegetativa deve essere quotidiana. In particolar modo si abbia cura di controllare meticolosamente le annaffiature dopo la fioritura, poiché la causa principale della perdita dei frutti, quando sono ancora immaturi è proprio la mancanza d’acqua.

Il composto più adatto a questa specie è costituito da: 90% akadama e 10% terra pronta.

Il rinvaso si effettua ogni due-tre anni in primavera.

L’obiettivo principale della potatura degli apici dei rami di questa specie è quello di deviare l’energia di crescita concentrata nelle zone periferiche, verso l’interno, in modo da stimolare la formazione di gemme. Questo intervento, quando necessario, si effettua in primavera.


Durante la fase di formazione dei rami, che può durare anche qualche anno, non ci si deve preoccupare della comparsa dei fiori, ma pinzare ogni qual volta serve per far ramificare i nuovi germogli. Superato questo periodo, bisognerà concentrarsi sulle gemme da fiore, rinviando ogni pinzatura dei nuovi germogli alla fine di giugno, lasciando solo un paio di internodi, allo scopo di conservare le gemme da fiore.

Si applica il filo sui rami allo scopo di abbassarli.

Alla fine della fioritura, dopo la potatura, somministrare Concime Stimolante Bonsan unito a Concime Organico Liquido Bonsan per 3 volte ad intervalli di 8-10 giorni. Tale concimazione può essere sostituita da una somministrazione di Concime Stimolante Bonsan più Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro per 2 volte ogni 15-20 giorni. Negli altri periodi utilizzare il Concime Organico Liquido Bonsan ogni 15 giorni fino ad ottobre, oppure Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro ogni 15-25 giorni, escludendo il periodo di luglio e agosto. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

In arte bonsai, la Cydonia è molto apprezzata per la bellezza dei suoi frutti e per la forte dinamicità del suo tronco.








lunedì 23 gennaio 2023

Crescentia alata (Albero dei bicchieri)

 La pianta di Crescentia alata (Albero dei bicchieri) è un piccolo albero originario del sud del Messico, America centrale e Costa Rica, che può raggiungere l’altezza di 8 metri circa. Produce frutti secchi, dalla forma emisferica, semi-legnosi (7/10 cm diametro), che assomigliano molto al duro guscio del cocco. Produce fiori che sono portati direttamente attaccati al tronco. I frutti legnosi sono utilizzati per fabbricare recipienti per contenere bevande ed alimenti. Temperatura minima: 0 °C. 

Famiglia: Bignoniaceae. Provenienza: sud del Messico, America centrale, Costa Rica. Luce: molta luce, anche sole diretto. Temperatura minima: 0 °C. Annaffiatura: aspettare che la terra sia asciutta, tollera anche periodi di siccità senza acqua. Terreno: morbido e drenante, terriccio universale. Concimazione: in primavera/autunno somministrare del concime granulare.


Crescentia è un piccolo genere di alberi della famiglia Bignoniaceae, rappresentato da sei specie, native dell'America tropicale, dagli Stati Uniti meridionali fino al Sud America settentrionale, passando per il Messico e le Antille. Sono alberelli piuttosto tozzi, con tronco breve e chioma molto ramificata, con foglie lanceolate persistenti che in genere sono riunite in gruppo all'apice dei rami. I fiori a imbuto sono prodotti direttamente lungo il tronco o i rami principali e sono seguiti da grandi frutti tondeggianti, con guscio legnoso durevole, tradizionalmente utilizzato come contenitore o per costruire strumenti musicali. La polpa di alcune specie è edule e ha proprietà officinali.

Vediamo sinteticamente le specie con la distribuzione:

Crescentia alata Kunth è presente in Messico e in America centrale; ne parliamo sotto;

Crescentia amazonica Ducke è nativa del bacino del Rio delle Amazzoni (Colombia, Venezuela, Perù e Brasile settentrionale), dove è presente nella foresta ombrofila ma anche negli ambiente antropizzati, essendo stata domesticata dalle popolazioni indigene da secoli che ne utilizzavano i frutti come contenitori;

Crescentia cujete L., la specie più nota, è diffusa in una vasta area che va dalla Florida meridionale al Brasile; coltivata da secoli, non è nota l'area originaria; anche di questa specie si parla sotto;

Crescentia linearifolia Miers è presente nei Caraibi, nel Chapas (Messico) e in Belize; ha frutti compressi, la cui polpa è utilizzata come rimedio contro affezioni di diversa natura;

Crescentia mirabilis Ekman ex Urb. è un endemismo di Cuba; ha foglie minuscole come adattamento alle condizioni aride delle zone costiere del nord-ovest dell'isola; i grandi fiori ad imbuto sono impollinati dai pipistrelli;

Crescentia portoricensis Britton è un endemismo di Porto Rico, minacciato per restrizione dell'habitat.



  • Crescentia alata Kunth è un piccolo albero sugli 8 metri di altezza, con tronco con corteccia marrone chiaro, molto rugosa. Le foglie ovate, larghe circa 4 cm e lunghe 6,5, sono raccolte a gruppi di tre all'apice dei rami. I fiori tubolari che si aprono ad imbuto spuntano direttamente lungo il tronco; sono giallastri e violacei, talvolta con bordi rosati o rossastri. Sono seguiti da frutti semisferici, dapprima verdi, quindi bruni; la scorza, dura e difficile da rompere, è utilizzata come contenitore, mentre la polpa viene usata per curare affezioni respiratorie. Come C. cujete, è legato alle culture indigene. Nel Popol Vuh della civiltà maya, il primo albero di C. alata crebbe sui resti degli eroi gemelli Hun-Hunahpú e Vucub Hunahpú; è per questo che i loro frutti assomigliano a crani, mentre i fiori hanno odore di carogna.


Crescentia cujete L. cresce in una vasta zona dell'America tropicale, dove è presente in savane, boscaglie, ai margini delle foreste, dal livello del mare a 800 metri. Per la sua importanza nelle culture indigene, è stata largamente diffusa; introdotta in altre aree tropicali, si è naturalizzata in alcuni paesi africani. E' un albero di medie dimensioni (tra 4 e 10 metri) con tronco tozzo con corteccia marrone chiaro profondamente incisa; ha chioma aperta e irregolare con rami tendenzialmente orizzontali. Le foglie, intere, alternate, obovate, lunghe fino a 6 cm, sono riunite a gruppetti di 2-5 lungo i rami. I fiori, dotati di un breve peduncolo, si producono direttamente sul tronco o lungo i rami principali; hanno calice verde e corolla campanulata verde giallastra con striature porpora, lunga fino a 7 cm e larga fino a 6 cm, con cinque lobi triangolari diseguali con margini ondulati. Sono impollinati da pipistrelli. Il frutto sferico è una bacca, rivestita da un guscio legnoso e duro, da cui si ricavano contenitori e strumenti musicali.


LA CRESCENTIA ALATA COLTIVATA COME BONSAI


domenica 22 gennaio 2023

LA BETULLA (BETULA ALBA)

 La Betula alba è un albero appartenente alla famiglia delle Betulaceae ed originario dell’Europa e della Turchia. La corteccia è bianca sporca dovuta alla presenza di granuli di betulina. I rami sono sottili, le foglie molto decorative sono piccole e di colore verde chiaro, diventano gialle in autunno. Pianta molto rustica che resiste bene a condizioni ambientali avverse. Può raggiungere l’altezza di circa 25-30 metri. Coltivata per la caratteristica corteccia e per l’elegante fogliame, utilizzata come esemplare singolo o in piccoli gruppi.

DESCRIZIONE BOTANICA


Portamento: pianta arborea. Fusto eretto con corteccia dal caratteristico colore bianco, che però tende a sfogliarsi e screpolarsi a mano a mano che la pianta cresce. Questa pianta può raggiungere i 25-30 m di altezza.

Foglie: di forma romboidale e margine seghettato.

Fiori: quelli maschili sono riuniti in amenti pendenti e lunghi che fioriscono in primavera (aprile-maggio), quelli femminili invece sono più corti.

ETIMOLOGIA DEL NOME/STORIA E TRADIZIONI: Era definito “l’albero della saggezza” in quanto i maestri usavano i giovani rami di quest’albero a scopo didattico. Nell’antichità la sua linfa è stata utilizzata come rimedio efficace per i calcoli renali e per il benessere della vescica. La corteccia veniva usata per realizzare scatolette e molti altri oggetti.

HABITAT: Si trova in modo diffuso nel Nord Europa. In Italia è piuttosto frequente nelle zone di montagna. Spesso si trova nei giardini in quanto è una pianta che si presta bene anche allo scopo ornamentale.


TEMPO E MODALITA’ DI RACCOLTA O COLTIVAZIONE: Si raccolgono le foglie in estate, successivamente si fanno essiccare all’ombra, in un ambiente ben areato. Si possono utilizzare anche le gemme e la linfa raccolti in primavera.

PARTE UTILIZZATA: Linfa, foglie, gemme e semi.

COME SI USA IN COSMETICA: Il decotto con le foglie di betulla, viene usato per impacchi al cuoio capelluto come rimedio per combattere la caduta dei capelli. La corteccia invece viene utilizzata per svolgere dei pediluvi per combattere l’ipersudorazione dei piedi.

LA BETULLA COLTIVATA COME BONSAI


La betulla è una delle essenze più eleganti che si trovano in natura e, trasformarla in bonsai non è poi un’impresa così semplice. La betulla si distingue per la sua corteccia, che da lascia e argentea si trasforma con gli anni in un tronco rugoso e vetusto, con fessurazioni importanti dalla gamma di colori che vanno dal grigio scuro all’argento. Le foglie scendono verso il basso pendendo dai rami e conferiscono alla pianta un aspetto raffinato e delicato, in contrasto con il tronco maturo.

Annaffiatura

Quando il substrato risulta asciutto al tatto, allora il bonsai va annaffiato. In inverno, essendo una specie di montagna, tollera bene le temperature anche al di sotto dello zero. Le irrigazioni dovranno diradarsi anche ogni 10-15 giorni nella stagione invernale. Dovrà esserci un buon equilibrio nelle annaffiature: la pianta non vuole ne troppa acqua, ne troppa poca.

sabato 21 gennaio 2023

L' AKEBIA QUINATA

 La pianta di Akebia Quinata è una pianta rampicante appartenente alla famiglia delle Lardizabalaceae ed originaria della Cina, della Corea e del Giappone, caratterizzata da fusti sottili e molto flessibili, di colore verde o marrone e dallo sviluppo rapido e vigoroso. Le foglie sono particolarmente allungate e palmate, di colore verde intenso, cerose, opache e leggermente dentate ai margini. I fiori possiedono una colorazione che va dal marrone al porpora, ed emanano un intenso e delizioso profumo, come il cioccolato. A fine Settembre, in seguito alla fioritura, vi è la produzione dei frutti dalla polpa morbida e commestibile, con aroma delicato che contiene un elevato numero di semi. In cucina la buccia dal gusto amarognolo è utilizzata come verdura, tagliata ed aggiunta in zuppe, minestre oppure fritta. Il sapore della polpa può essere esaltato con del succo di limone e consumata insieme allo yogurt. La pianta necessita di un’esposizione diretta ai raggi del sole ma non ha difficoltà a svilupparsi anche in zone a mezz’ombra. Ottima resistenza al freddo pungente, superando senza problemi anche stagioni invernali particolarmente rigide, ma teme i forti venti. Temperatura minima: -10/-5 °C. 

L’Akebia è una pianta molto vigorosa e nel corso della stagione produce una ricca vegetazione; in inverno si deve procedere al diradamento e all’accorciamento dei lunghi rami sarmentosi, in funzione al luogo ove è collocata. L’apparato radicale modesto, rispetto alla pianta, consiglia un’attenta cura delle innaffiature, specialmente nelle piante in vaso, al fine di non perdere la fioritura o i frutti. E’ vigorosa per natura. Una concimazione non appropriata e non necessaria, porterebbe a una vegetazione esagerata con la probabilità di compromettere anche la fioritura. Difficilmente subisce attacchi fungini, mentre in primavera, sulle nuove vegetazioni, possono comparire colonie di afidi.









venerdì 20 gennaio 2023

ARAUCARIA ARAUCANA

 Araucaria araucana (Sin. Araucaria imbricata - Pino del Paranà - Pino del Cile). Provenienza: Cile. Altezza massima 30 m. Rustica, con foglie verde lucido, acuminate, spinose all'apice. Le foglie coriacee cambiano ogni 10 anni circa. La corteccia è grigia e rugosa, assai spessa. Produce pigne lunghe circa 15 cm. I rami sono, in età giovanile, disposti orizzontalmente e la pianta assume una forma conica. In età adulta, invece, la pianta assume una caratteristica forma più arrotondata e i rami inferiori sono rivolti verso il basso. Richiede terreni acidi e ben drenati. Questo genere comprende circa venti specie di conifere sempreverdi, originarie dell'America meridionale e dell'Australia; A. araucana, chiamata anche imbricata, è l'unica specie che sopporta inverni rigidi; altre specie coltivate nei giardini sono A. bildwillii e A. heterophylla, che temono leggermente il freddo; A. excelsa è una specie coltivata come pianta da appartamento. Il fusto è possente, eretto; questi alberi hanno crescita molto lenta, ma possono raggiungere i 25-30 metri di altezza. Le ramificazioni sono orizzontali, abbastanza ramificate; il fogliame è di colore verde scuro, rigido e spesso, appuntito, ricorda delle squame triangolari. La chiomaè piramidale, tende ad allungarsi co il passare degli anni. Gli esemplari di almeno 20-30 anni producono infiorescenze simili a grosse pigne, tondeggianti nel caso di alberi femminili, mentre gli alberi maschili producono infiorescenze più allungate, quasi cilindriche. All'interno delle pigne degli alberi femminili si trovano numerosi semi fertili, commestibili. Le a. araucana nei luoghi d'origine sono in via d'estinzione, sono quindi protette dalle convenzioni internazionali, per questo motivo in Europa possono circolare soltanto esemplari provenienti da coltivazione, e non prelevati in natura.


A. araucana è una pianta sempreverde, che non teme il freddo, si consiglia di porla a dimora in luogo soleggiato, riparato dal vento; in genere il pino del Paranà sopporta senza problemi anche il caldo, ma in zone con estati molto calde si consiglia di porre la pianta in luogo semiombreggiato, oppure di scegliere una varietà meno rustica, che preferisca il caldo. Prima di porre a dimora un' araucaria è bene considerare quali siano le dimensioni finali di questo albero, che può divenire molto voluminoso, ed è quindi adatto come esemplare singolo.


In genere gli alberi di pino del Paranà possono sopportare periodi di siccità anche prolungati, senza alcun problema; le giovani piante appena messe a dimora vanno però annaffiate durante la stagione calda, attendendo che il terreno sia ben asciutto tra un'annaffiatura e l'altra. In autunno spargere alla base della pianta del concime organico ben maturo.


La moltiplicazione avviene per seme, in primavera, oppure per talea. Queste piante si sviluppano con grande lentezza, quindi i giovani esemplari impiegano molti anni per raggiungere una taglia adatta ad essere posti a dimora in giardino.


Difficilmente queste piante vengono attaccate massicciamente da parassiti o da malattie, anche se talvolta possono venire colpite dagli afidi e dalla cocciniglia; in genere piante sofferenti possono accusare i sintomi di eccessive annaffiature o di periodi di siccità molto prolungati.


 





giovedì 19 gennaio 2023

L' ONTANO NERO (ALNUS GLUTINOSA)

 La pianta di Alnus glutinosa (Ontano Nero) è un albero deciduo appartenente alla famiglia delle Betulaceae, originario dell’Europa, dell’Africa settentrionale e dell’Asia occidentale. Portamento largamente conico, con foglie verde scuro, ovate, lunghe fino a 10 cm. Corteccia fessurata longitudinalmente, di colore nero. Porta fiori maschili e femminili in amenti separati ma sulla stessa pianta. Sviluppa amenti maschili penduli, di colore giallo-bruno, lunghi fino a 10 cm, riuniti in gruppi di 3-5, a fine inverno – inizio primavera e frutti estivi ovoidi, lunghi 1-2 cm. Può raggiungere l’altezza di circa 25 metri. Coltivato per il fogliame ornamentale, è di particolare effetto piantato vicino all’acqua ed è largamente impiegato nella bonifica dei terreni.Il nome generico Alnus deriva dal latino alnus (= ontano). La somiglianza del nome latino con quello attuale della pianta in lingue derivate dal tedesco suggerisce una derivazione da radici indo-europee di significato controverso.


Il termine italiano ontano deriva dal tardo latino alnetanus a sua volta da alnetum (= ontaneto, bosco di ontani).


Il genere Alnus comprende una trentina di piante arboree a foglia caduca note con il nome generico di ontani. Sono generalmente di piccola taglia, raggiungendo al massimo 25 metri, oppure hanno portamento arbustivo. Sono diffuse in Eurasia, Africa settentrionale e America settentrionale e centrale.


Hanno foglie semplici, alterne, caduche, ovali e dentellate. Sono piante monoiche con fiori raccolti in amenti allungati quelli maschili, più corti e ovali quelli femminili. Le infruttescenze sono simili a piccole pigne.


Crescono in terreni freschi, umidi e poveri di nutrienti. Sono specie colonizzatrici poiché le loro radici fissano l’azoto mediante batteri simbionti e, per questo, sono usate come piante di recupero di zone degradate o in cui è passato il fuoco. Sono usate come piante ornamentali e per fare apprezzati bonsai. Il legno era usato per costruire oggetti come secchi e tinozze.


La corteccia ha proprietà antinfiammatoria e cicatrizzante e oggi vengono riconosciute a essa anche proprietà antitumorali.

Le specie indigene in Italia sono: Alnus cordata (Loisel.) Desf. (ontano napoletano, alto 15-18 metri spesso coltivato come ornamentale, è endemismo in Corsica e in Italia meridionale e Sardegna): Alnus glutinosa (L.) Gaertner (ontano nero); Alnus incana (L.) Moench (ontano bianco, alto 15-18 metri con corteccia grigia e foglie biancastre nella pagina inferiore); Alnus viridis (Chaix) DC. (ontano verde, alto fino a 4 metri con portamento arbustivo, è presente in montagna anche ad altezze elevate);

Conosciuta volgarmente come: ontano nero, alno, verna.


Il nome specifico glutinosa deriva dall’aggettivo latino glūtĭnōsus, a, um (= appiccicoso) poiché le gemme e le foglie giovani sono appiccose per la presenza di una sostanza protettiva. Invece il nome volgare ontano nero deriva dal colore grigio-scuro della corteccia.


L’ontano nero è caducifoglio, ha crescita rapida, tronco eretto e raggiunge i 25 metri di altezza. Le foglie non ingialliscono, ma rimangono verdi fino alla caduta autunnale. È specie diffusa in tutta Europa nei boschi umidi e lungo i corsi d’acqua le cui rive protegge dall’erosione. Come gli altri esemplari del genere le sue radici contengono batteri azotofissatori permettendo di colonizzare ambienti poveri di nutrienti.

Il legno bianco-giallastro diventa rosso mattone a contatto con l’aria. Esso non marcisce nell’acqua per cui molte costruzioni nel passato erano costruite su pali di ontano, in particolare a Ravenna e Venezia.

La corteccia ha proprietà febbrifughe e astringenti e le foglie erano usate per fare impacchi sudoripari e antireumatici.

Classificazione: Superdivisione: Spermatophyta; Divisione: Magnoliophyta; Classe: Magnoliopsida; Sottoclasse: Hamamelidae; Ordine: Fagales; Famiglia: Betulaceae; Genere: Alnus; Specie: Alnus glutinosa

Forma biologica: fanerofita arborea (P scap). Fanerofita (simbolo: P) è una pianta perenne e legnosa con gemme svernanti poste a più di 30 cm dal suolo. Scaposa (simbolo Scap): pianta dotata di asse fiorale eretto e spesso senza foglie.

La pianta può avere anche forma biologica di: Fanerofita cespugliosa (simbolo: P caesp). Cespugliosa o cespitosa (simbolo: caesp) significa che il portamento è cespuglioso.

Descrizione: Albero alto dai 10 ai 25 metri, talvolta con portamento arbustivo. Il fusto è eretto e la corteccia è nerastra e fessurata longitudinalmente. Il legno varia da giallo-aranciato a rosso-aranciato dopo il taglio. Le foglie sono alterne, caduche con lamina coriacea, subrotonde con margine dentellato, le foglie giovani sono appiccicose nella pagina inferiore, sono verde intenso nella pagina superiore e più chiare in quella inferiore e non cambiano colore invecchiando. È pianta monoica con fiori piccoli e riuniti in infiorescenze ad amento. Gli amenti maschili sono riuniti in gruppi di 3-5 sono penduli e cilindrici e di colore giallo-verdastro, quelli femminili sono anch’essi riuniti in gruppi variabili o anche solitari, sono peduncolati ed eretti, hanno forma elissoidale e colore verde. Le infruttescenze sono nere e di consistenza legnosa, pendule e somigliano a piccole pigne e possono persistere anche per diversi anni, il vero frutto è un piccolo achenio alato.

L’ontano è già menzionato nell’Odissea, in cui si racconta che “Colei che nasconde gli uomini” vivesse in una grotta circondata da un bosco fatto di ontani, cipressi e pioppi. Ontano chiamato “albero delle streghe”, legato alle Parche reggenti il destino dell’Uomo, la porta dell’Oltretomba, l’albero che sanguina, l’albero della rinascita, l’albero cosmico. Insomma, un signore di tutto rispetto, che ha stregato ed affascinato l’Uomo della civiltà mediterranea ed europea. Senza avere la presunzione di pormi al livello dei saggi delle grandi epoche, vorrei dire anch’io la mia: l’ontano ricorda un essere forte, potente, severo, saggio, benevolo, taumaturgico.

Venezia è stata costruita, per molta parte di essa, su pali di ontano piantati nel fondale della laguna. Il legno, una volta bagnato, si indurisce moltissimo, diventando quasi impossibile da disruggere.

L’ontano, se tagliato, assume un colore rosso simile al sangue.
Vivendo nelle zone paludose e umide, infestate di zanzare, tipiche delle pianure del nord Italia, tende a bonificare il terreno con il suo fogliame estremamente nutriente e le radici che si possono scorgere negli argini dei corsi d’acqua creando così riparo per i pesci; per analogia esso sarà in grado di curare tutto ciò che si presenta rosso e ricco di siero e “stagnante”: l’infiammazione. Infatti, le sue gemme sono utilissime in tutti gli stati flogistici, di ipertrofia dovuta ad allergie respiratorie e di punture di insetti e orticaria di vario genere, negli stati di gotta, nelle aderenze post-chirurgiche e post-infiammatorie, nelle otiti sierose e in alcune malattie esantematiche. E’ il rimedio complementare agli antibiotici nella cura di postumi flogistici non risolti. Molto utile, alternato a Ribes nigrum e abbinato a piante specifiche per l’apparato su cui si vuole agire, nella prevenzione e nella cura delle allergie respiratorie che regrediscono fino a risoluzione in molti casi.

Il gemmoderivato è uno dei pochi dal gusto leggermente amaro e astringente, ma cosa ci si può aspettare da un albero così severo e potente?


L’ontano è estremamente efficace nel ridurre al nulla il fastidio delle punture delle zanzare. Se usato costantemente a dosi minime per tutto il periodo estivo, le zanzare non saranno più un problema.


Tradizionalmente, gli impacchi con le foglie di ontano fungevano da antireumatico; il decotto di corteccia era usato per curare le gengiviti.


Nell’industria tintoria, la corteccia, opportunamente lavorata, si usava per colorare di nero e per conciare le pelli, mentre se mischiata con le gemme, permetteva di ottenere il giallo. 

L' ONTANO NERO può essere coltivato come bonsai