Il calicanto è un arbusto di origine nord americana, che mostra particolari infiorescenze profumate all'inizio della primavera ma che fiorisce anche durante la stagione invernale!
I calicanti sono arbusti di dimensioni medie, a foglie caduche, originari della Cina; in effetti il nome comune si riferisce a pianta che appartengono al genere delle calycanthacee, ma la cui specie si chiama Chimonanthus. Le specie di chimonanthus esistenti in natura sono poche, e in particolare solo una, chimonanthus praecox, viene coltivata in Italia. Produce un arbusto disordinato, con vari fusti eretti, ben ramificati, che danno origine ad una vegetazione densa ed intricata; le foglie appaiono in primavera, dopo o durante la fioritura, e sono allungate, molto simili a quelle di un pesco o di un salice, lanceolate, di colore verde medio. La caratteristica peculiare del calicanto sono sicuramente i fiori, che sbocciano in pieno inverno, in febbraio o marzo, indipendentemente dalle condizioni climatiche, e ben prima che la pianta abbia cominciato a produrre le foglie; il risultato è un arbusto all’apparenza secco, completamente ricoperto da fiorellini molto profumati. I fiori sbocciano dal legno vecchio, senza picciolo; sono dotati di petali allungati, cerosi, di colore bianco o giallo.
Arbusto decorativo, molto rustico e resistente, che sopravvive senza problemi agli inverni del nord Italia, senza temere il gelo e la neve; produce fiorellini gialli o bianchi, molto profumati. In primavera inoltrata si riempie di foglie, anche se senza i fiori diviene un arbusto abbastanza anonimo, senza particolari decorativi; il portamento eretto e le ramificazioni intrecciate lo rendono adatto anche per creare siepi, nonostante perda il fogliame nei mesi invernali. Pianta di facile coltivazione, una volta assestatasi in giardino tende ad accontentarsi dell’acqua delle intemperie e a non necessitare di particolari cure. La potatura si effettua in primavera, dopo che i fiori sono appassiti.
Il successo dei chimonanthus praecox in giardino è dovuto essenzialmente al fatto che, nonostante provengano da luoghi così lontani, sopravvivono senza problemi al freddo invernale, ed anche al caldo estivo; si pongono a dimora in luogo soleggiato, o anche semiombreggiato, in un terreno fresco e molto ben drenato, acido o alcalino, senza che questo causi grandi disagi alla pianta. Non appena posti a dimora, almeno nel primo anno di sviluppo della giovane pianta, è consigliabile annaffiare il terreno attorno al fusto, ogni volta che risulta asciutto; in primavera ed in autunno spargiamo ai piedi dell’arbusto del concime granulare a lenta cessione, ricco di microelementi. Negli anni successivi, una volta che la pianta si sia ben adattata alla vita nel nostro giardino, possiamo annaffiare anche solo sporadicamente, quando si verificano periodi di grande caldo, associato ala siccità. Le potature non sono strettamente necessarie, si effettuano in caso di piante molto sviluppate, o dal portamento eccessivamente allungato. In genere questi arbusti non si svuotano mai nella parte bassa, in quanto le radici continuano a produrre nuovi polloni basali, che tendono a mantenere l’arbusto denso per tutta la sua lunghezza.
Gli afidi affliggono spessissimo i giovani germogli, che possono venire devastati da questi insetti; già in primavera è importante cercare di debellare le colonie di afidi, in modo da evitare che si riproducano rapidamente, diffondendosi in tutto il giardino. Eccessi di annaffiature, o la vita in un terreno spesso inzuppato di acqua, può causare marciumi alle radici, che possono portare alla morte improvvisa di interi rami; in genere, la sospensione delle annaffiature risolve il problema. Generalmente però, i calicanti vengono abbandonati a se stessi, e quindi difficilmente si verificano piogge tanto intense da mantenere il terreno sempre zuppo. Occasionalmente può capitare che alcuni rami vengano rovinati dal caldo estivo, è sufficiente rimuoverli ed annaffiare la chioma, in modo da aumentare l’umidità ambientale, e scongiurare che si affloscino le foglie. Tali operazioni andranno effettuate nelle prime ore del mattino, per evitare che l’acqua sulle foglie, nelle giornate di forte caldo, e di forte insolazione, favorisca lo svilupparsi di scottature.
Gli innumerevoli fiori del calicanto si trasformano in capsule semi legnose, che contengono i semi; tali semi vanno seminati a inizio primavera in un terriccio costituito da sabbia e torba in parti uguali; il vassoio di semina può venire lasciato all’aperto, perché i semi necessitano di alcune settimane di clima fresco per poter germinare; è però importante che il terriccio venga mantenuto umido, e che i semi non vengano seccati dalla luce solare diretta. Si possono anche produrre talee, in primavera inoltrata o in estate, utilizzando gli apici dei rami, a cui si levano le foglie nella parte bassa. Le piante ottenute da talea o da seme si sviluppano abbastanza rapidamente, e da una giovane pianticella possiamo ottenere un grande arbusto ben sviluppato nell’arco di un paio di anni.
Il significato del fiore di calicanto ha origine da una leggenda molto carina che si è tramandata fra gli appassionati di piante di generazione in generazione. In un freddo inverno dove la neve cadeva copiosa e ricopriva tutta la vegetazione, un timido pettirosso cercava riposo sotto la protezione di qualcosa che potesse ripararlo dalla neve che continuava a cadere. Il pettirosso girò per giorni e giorni senza trovare una foglia o un fiore sotto il quale trovare ristoro, finchè ad un certo punto incontro il magico fiore del calicanto. Il calicanto, pianta che fiorisce in inverno, era l'unica specie in grado di proteggere il pettirosso e con i suoi bellissimi petali offri riparo all'uccellino infreddolito. Da questo istante il calicanto divenne il fiore simbolo dell'affetto e della protezione ed è un fiore che si regala per comunicare a qualcuno la voglia di offrire protezione. Un bel gesto per donare ad una persona la propria volontà di proteggerla può essere il donare un rametto di calicanto.
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